Basta violenza! Basta tristezza! Basta dolore!
Capisco le persone. Sono stanche. Stanche di ascoltare storie di donne abusate, bambini affamati e governanti corrotti che pensano solo ai propri interessi. Anche quando si desidera un attimo di serenità, ci si scontra con notizie sconvolgenti che lasciano un senso di angoscia.
Eppure, è anche questa la realtà. Non è possibile far finta che non lo sia.
Allora, qual è la soluzione? Evitare di affrontare certi temi? Isolarsi dal mondo e concentrarsi solo sul proprio piccolo universo? Limitare i confini della propria conoscenza?
Non sarebbe corretto.
Informarsi e restare consapevoli, anche se doloroso, è essenziale.
Ma occorre farlo nel modo giusto.
E, per una volta, il nostro Paese ha scelto di provarci.
A metà settembre, in diverse sale cinematografiche italiane è stato proiettato un film d’animazione non recente, ma ancora straordinariamente attuale e tutt’altro che superato.
Si tratta di un capolavoro dello Studio Ghibli, diretto da uno dei suoi fondatori, Isao Takahata: La tomba delle lucciole, uscito nel 1988, ma ancora oggi profondamente rilevante e commovente.
Guardare questa pellicola è un modo per comprendere il valore dell’informazione, l’importanza della memoria storica e la necessità di essere consapevoli che, anche oggi, non molto lontano da noi, esistono situazioni tragiche e disumane.
E noi, che non le viviamo in prima persona, siamo fortunati. Privilegiati.
Siamo semplicemente nati in un contesto più stabile.
La vicenda racconta la storia di due fratelli, puri, generosi e pieni di vita, che hanno avuto la sfortuna di venire al mondo in un’epoca in cui i desideri non contano, e la priorità assoluta è sopravvivere.
Siamo nel 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale, in un Giappone ancora aggrappato all’illusione della vittoria, ma stremato e logorato dal conflitto. Il Paese è devastato: scarseggiano i viveri, si subiscono continui attacchi americani, e le ideologie dominanti e radicate alimentano ulteriormente il caos interno.
Un contesto in cui la speranza umana sembra smarrita. O quasi.
Forse perché ancora troppo piccoli per comprendere appieno la gravità del momento, o forse perché le loro aspirazioni restano vive nonostante tutto, i due protagonisti riescono comunque a trovare istanti di gioia.
Ed è proprio questo il messaggio centrale del film:
Si può essere felici anche quando il mondo intorno sta crollando?
Secondo questi due bambini, sì.
La felicità risiede nell’amore, nella presenza delle persone amate, nella possibilità di proteggerle e condividere con loro ciò che resta.
Il fratello maggiore, Seita, costretto a crescere e diventare adulto troppo in fretta, si prende cura della sorellina Setsuko dopo un tragico evento che coinvolge la loro madre.
É un ruolo difficile, quello del genitore, non adatto ad un adolescente, soprattutto quando tutto ciò che lo circonda è distruzione, abbandono, indifferenza.
Le bombe che piovono dal cielo, la zia che li tratta come un fardello, le sirene, la perdita degli affetti, l’attesa vana di un parente che li accolga, le urla, i rifugi improvvisati, le macerie della loro casa: tutto si intreccia in una narrazione cruda, straziante e poetica allo stesso tempo.
Ma i due fratelli, nonostante tutto il dolore, riescono a ritagliarsi momenti di felicità, sostenuti dall’amore che li unisce e da quei piccoli gesti che riaccendono la flebile speranza che ancora sopravvive in loro.
Anche se si tratta di un’opera di finzione, il film riflette pienamente ciò che accade in alcuni Paesi del mondo ancora oggi.
Durante la visione, ci si chiede continuamente:
“Che colpa hanno dei bambini per meritarsi tutto questo?”
La risposta è sempre la stessa: nessuna.
Non se lo meritano.
I conflitti, le guerre, le rivalità, che dovrebbero coinvolgere solo chi le ha volute, finiscono inevitabilmente per travolgere migliaia di innocenti, la cui esistenza viene spezzata per i capricci di uomini potenti, convinti di essere invulnerabili e incapaci di vedere oltre il proprio egoismo.
Fuori dal loro piccolo mondo non ci sono solo soldati o nemici, ma esseri umani.
Questo film racconta la vita di due ragazzini che vorrebbero semplicemente giocare, ridere, ascoltare storie, dormire abbracciati ai genitori.
Eppure tutto ciò accade con il sottofondo delle esplosioni, della fame, della paura.
Non è giusto.
